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Autobus e camion, attività di revisione concessa anche ai Centri privati

Andrea Zoffoli • ott 16, 2019

La notizia ha colto un po' tutti di sorpresa: la legge Finanziaria 2019, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2018, modifica l’articolo 80 del codice della strada concedendo ai Centri Privati l’attività di revisioni di autobus e camion esclusi quelli destinati al trasporto di merci pericolose o a temperatura controllata. Per attuare la legge, il Parlamento dà 30 giorni al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per emettere gli appositi Decreti Attuativi.

Al di là del meccanismo piuttosto insolito di includere tale argomento in una legge di bilancio, la notizia incontra il favore generale perché può porre rimedio ai pesanti ritardi che oggi si registrano più o meno ovunque nelle revisioni dei veicoli pesanti, con conseguenti preoccupazioni per la sicurezza stradale.

Attualmente tutti i veicoli pesanti vengono revisionati presso i Centri Provinciali della Motorizzazione Civile o presso strutture private appositamente attrezzate, alla presenza di un Funzionario della Motorizzazione Civile, in osservanza della Legge 870 del 1 dicembre 1986. Purtroppo, qualsiasi sia la ragione, il meccanismo corrente si è dimostrato insufficiente per coprire la flotta circolante; ritardi di mesi tra prenotazione ed esecuzione della revisione non sono accettabili per un autobus o un camion e bene ha fatto il Legislatore, a nostro avviso, porvi il rimedio a lungo atteso. Il mandato al Ministero competente di provvedere entro 30 giorni fa pensare ad una lodevole sollecitudine del Parlamento; resta da vedere però quali saranno le soluzioni che l’Amministrazione individuerà per risolvere il problema.

La soluzione, infatti, ci sarebbe e sarebbe anche rapida ed efficacie: permettere che gli attuali operatori privati delle revisioni, sia che operino nell’ambito della Legge 870 o che siano Centri di Revisione auto/moto, possano adeguarsi per eseguire le revisioni dei veicoli pesanti esattamente come fanno oggi i Centri Provinciali, assicurando così continuità ed evitando possibili ripercussioni negative sulla sicurezza dell’autotrasporto.

Lo schema normativo attuale definisce le apparecchiature e le verifiche da eseguire; l’unico tassello mancante, e questo vale sia per i veicoli pesanti che per auto e moto, è dare attuazione alla generazione dei nuovi ”Ispettori” introdotti dal D.M. 214 del 2017. L’Ispettore infatti è, per legge, colui che, dotato della necessaria istruzione, qualificazione e costante aggiornamento, opera quotidianamente nel Centro di Revisione sovraintendendo o fisicamente eseguendo le revisioni delle quali garantisce la qualità e la consistenza. Tale funzione era fino ad oggi svolta dai Funzionari delle Motorizzazioni provinciali, nel caso dei mezzi pesanti, e dai Responsabili Tecnici nel caso dei Centri di revisione auto/moto. Col venir meno dell’intervento del Funzionario della Motorizzazione, come ci sembra di capire dalla nuova Legge, tale funzione non potrà che essere svolta da un Ispettore.

Anche per questo quindi il quadro normativo più o meno c’è già; ma purtroppo manca un tassello importante che è il percorso formativo degli Ispettori; a questo proposito, a quello che ci risulta, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti avrebbe già definito una proposta di formazione dei nuovi Ispettori e di riqualificazione dei “vecchi” Responsabili Tecnici, da sottoporre per competenza alla Conferenza Stato-Regioni. Ciò è puntualmente avvenuto ma con esito purtroppo negativo; la Conferenza infatti, nella seduta del 20 dicembre 2018, ha optato per il rinvio. Non siamo a conoscenza dei motivi del rinvio e, ancora peggio, non si hanno indicazioni su se e quando tale argomento verrà ripreso.

In conclusione, ad oggi ci ritroviamo con Responsabili Tecnici non più “formabili”, come sancito dalla Legge “Milleproroghe” del 21 settembre 2018 (vedi Articolo “Blocco corsi ispettori delle revisioni”, Rubrica Autoattrezzati, Pneurama 6/2018), e Ispettori non disponibili causa mancanza di formazione. Essendo la figura dell’Ispettore indispensabile nelle revisioni non ci resta che augurarci che il rinvio sia molto limitato nel tempo e che il nuovo percorso formativo permetta di generare presto tutti gli Ispettori necessari.

Dal punto di vista invece delle strutture e delle apparecchiature, come dicevamo, esistono norme e leggi tali da poter facilmente avviare il nuovo regime; a nostro avviso però va tenuto ben presente il dettato del D.M. 214/2017 che, insieme all’introduzione di MCTNet2, suggerisce ed in alcuni casi addirittura impone, l’adeguamento progressivo di attrezzature e procedure di prova.

La cosa si può comunque conciliare bene con l’esigenza di rapidità relativa ai mezzi pesanti; il Ministero dei Trasporti peraltro si era già mosso per tempo in tale direzione precorrendo addirittura i tempi; già nel 2013 infatti la Direzione della Motorizzazione Civile aveva istituito gruppi di lavoro tecnici allo scopo di aggiornare le circolari 88/95 e 112/96, recependo le innovazioni tecnologiche e addirittura prevenendo quello che sarebbe successivamente accaduto in tutta Europa con la Direttiva 2014/45. Ebbene, a quello che ci risulta, i lavori sono praticamente conclusi dal lato tecnico. Visto che Il D.M. 214 prevede tempi di attuazione pluriennali, l’adeguamento delle apparecchiature si renderebbe agevolmente gestibile a condizione di iniziare a decretare prima possibile sulle nuove apparecchiature; si darebbe così tempo a tutta la filiera di portare a compimento l’operazione in modo ordinato. C’è da tener presente infatti che, una volta decretate le nuove specifiche di prodotto, il tempo necessario per avere i prodotti omologati, disponibili e installati nei centri di revisione è misurabili in molti mesi o addirittura anni.

In conclusione, un quadro apparentemente così intricato, permetterebbe comunque soluzioni intelligenti che coniugano rapidità ed efficienza. Il trucco a nostro avviso sta nell’avviare i nuovi Centri di Revisione per veicoli pesanti utilizzando lo schema della Legge 870 con gestione cartacea, per poi gradualmente aggiornare le attrezzature fino a connettere anch’essi in MCTCnet2, opportunamente nel frattempo adeguato. Questo infatti potrebbe essere l’obiettivo finale visti gli innegabili miglioramenti introdotti da MCTCNet2 sia sull’affidabilità e la qualità delle revisioni che sulla possibilità di monitorarle e quindi assicurare la veridicità delle operazioni.

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